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Il Terzo polo alle regionali in Lombardia e Lazio è un fallimento totale. Carlo Calenda chiede scusa per la sconfitta, mentre Matteo Renzi rimane assente. L’opposizione al Pd fallisce in entrambe le regioni, senza rubare voti né a sinistra né al M5S.

Il Terzo polo si presenta alle regionali in Lombardia e Lazio con la speranza di rubare voti al Pd e al M5S, ma il risultato è un fallimento totale. In particolare, la candidata del Terzo polo in Lombardia, Letizia Moratti, si ferma al 9% dei voti e non riesce a vincere contro il suo ex presidente, Attilio Fontana. Carlo Calenda, leader di Azione e del Terzo polo, chiede scusa per la sconfitta e ammette che il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche se uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo.

In entrambe le regioni, il Terzo polo non riesce a rubare voti né a sinistra né al M5S, dimostrando di non essere in grado di rappresentare un’alternativa credibile all’opposizione al governo. Matteo Renzi, che aveva fondato il Terzo polo insieme a Calenda, rimane assente da ogni radar per tutto il giorno. Enrico Letta, segretario del Pd, si dice soddisfatto del risultato del suo partito, che ha retto al “vento contro” e alla “sfida” dei due quasi alleati – Terzo polo e M5S – contro di loro.

In definitiva, il Terzo polo fallisce il sorpasso tentato nei confronti dei Dem da un lato e dei rivali storici del M5S dall’altro, dimostrando di non avere una reale base di consenso e di non essere in grado di rappresentare una valida alternativa all’opposizione. La sconfitta del Terzo polo alle regionali dimostra che i partiti politici sono ancora in crisi di identità e che i cittadini sono sempre più scontenti delle scelte che hanno a disposizione.